Ed eccomi qui, sto
salendo sul Frecciarossa che mi porterà in 3 ore da Firenze a Torino,
per rispondere al quel richiamo che da qualche settimana è nell’aria
intorno a noi appartenenti alla Circolare 448/81. Sì, è stato come
sentire la tromba del Bersagliere che, alle 8 precise di ogni giorno
alla Caserma Cavour di Torino, suonava l’ “adunata...”.
Non faccio in tempo a sistemare il bagaglio che già sento le parole:
“...ma lui non era a Montanaro?”, mi giro, e con difficoltà, inquadro le
facce di alcuni “cinquantenni” che mi guardano: sono i macchinisti della
mia circolare!Ed ecco il miracolo del Genio Ferrovieri: è come se si
stesse rientrando in caserma dopo la libera uscita, con la differenza
che l’ultima volta è successo 30 anni fa! Mentre il treno corre a
300 all’ora, noi discutiamo sulle famiglie (quanti figli, che età hanno,
studiano, ...) ed il lavoro (il nuovo CCNL, le 38 ore, i turni,
l’ANSF,....). Man mano che ci avviciniamo a Torino iniziamo a cercare
dei punti di riferimento lasciati nel lontano 1986, ma è tutto
cambiato!! Dove ci aspettavamo Chivasso, riusciamo a vedere solo i
capannoni della ex Lancia; e Porta Susa? Adesso è sottoterra! Anche il
Quadrivio Zappata è interrato, ma, all’uscita della galleria, ecco...
riconosco il terrapieno in curva sotto il parco vetture dove, da
capotreno, “chiudevo” il foglio di corsa: eravamo arrivati Porta Nuova
(naturalmente: in orario e con il
Riscaldamento regolare).
Ora tutti in albergo,
Giuseppe Ceprano, Carmelo Butera e gli altri organizzatori si sono
superati nello scegliere l’albergo: è splendido. Qui però le cose si
complicano, associare tante facce dopo tanti anni
ai nomi è veramente cosa difficile, eravamo 120 VAM e 55 VCS noi
della 448/81! Piano piano però i nomi cominciano ad associarsi alle
facce ed iniziamo la prima cena di questi tre giorni insieme.
Sveglia!! Alle 8 e 50
parte il treno per Chivasso e poi ci aspetta la “Valleé”. Scendiamo a
Chivasso ed iniziano le raffiche di foto ricordo e l’incontro con altri
partecipanti. Ci incamminiamo verso la “Giordana”; a metà strada, Orazio
Toscano, ha l’idea di suonare il campanello al “mito della trazione”: il
M.llo Foliero!!! E lui scende, vediamo il Maresciallo lasciato 30 anni
fa, nonostante il tempo passato ci riconosce. Ora l’emozione si fa
grande, svoltiamo in via Lungo Piazza d’Armi ed eccola la “nostra”
caserma! È utilizzata dal Comune per altri scopi, ovviamente, ma noi
riconosciamo i luoghi interni: qui c’era lo spaccio, qui il circolo
sottufficiali, qui la fureria, qui l’ufficio del Capitano Costantino,
qui Presto! Alla stazione
parte il diretto per Aosta! E via si parte con un treno di ricordi, che
per i macchinisti sono i punti di orientamento sulla linea (la curva di
Montanaro, la galleria di Caluso, il ponte e la galleria di Ivrea, Infine Aosta, peccato
che Giove pluvio oggi è in piena attività. Tutti a pranzo, la scelta
degli organizzatori è superba, a prova dei palati di noi ferrovieri e
famiglie! Rientrati a Torino a sera fatta, altra cena ed altri ricordi
nella passeggiata (obbligatoria per i menù degustati nella giornata)
sotto i portici di Via Roma, Via Po, il Valentino,....
La domenica la
dedichiamo alla visita guidata a piedi di Torino: perbacco quante cose
non sapevo di Torino, beh! forse a vent’anni la “cultura alta” non è al
primo posto degli interessi. Oggi però fa piacere scoprire tutte questi
aspetti della città. Altro plauso agli organizzatori.
Ma ora inizia la parte più triste dei tre giorni: i saluti! E quindi, proprio perché sono tristi, non li tratto. Solo l’augurio di ripetere questa esperienza sicuramente tra 4 anni per il trentennale dal congedo (anche prima se possibile). E come prevede ogni resoconto dei raduni, chiudo con il nostro motto: FERVIDIS ROTIS AD METAM.
Francesco Venerando -
VCS 448/81
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