Circolare 144/64 TUTTI PRESENTI!
Quando
mi avvicinai accompagnato da mia moglie al punto di ritrovo (casa di Gabrio
Pellegrini a S.Croce sull’Arno) mi sentivo emozionato, avrei rivisto molti ex
commilitoni che da ben 37 anni non rivedevo più, c’eravamo
lasciati al congedo nel Gennaio del 1968 dopo 40 mesi di vita in comune sotto la
naia.
Difficile
stabilire preventivamente i cambiamenti fisici avvenuti in ciascuno di noi e il
timore di non riconoscere molte di quelle persone
era molto forte e nello stesso tempo fastidioso, nessuno di noi, credo, ama
ammettere una certa labilità di memoria nel ricordare nomi e figure, e
sopratutto abbinarle nel modo giusto.
Scoprii
presto che il problema era comune, sopratutto quando mi avvicinai al primo
gruppo di persone che erano già arrivate e chiacchieravano nell’attesa degli
altri, così quando il primo che mi venne
incontro, sorridendo, mi chiese di ricordagli il mio nome improvvisamente cessò
la mia ansia. Gli anni erano
passati per tutti e più o meno alla stessa maniera.
Gabrio
mi accolse sorridendo come il solito, accompagnato dalla moglie Isa e la figlia
Valentina, il figlio Emanuele aveva già provveduto al nostro trasporto
dall’albergo in cui era prenotata la camera, in questo caso non vi fu bisogno
di presentazioni perché non vi era alcun dubbio, da subito, che si trattasse di
suo figlio.
Aveva
fatto veramente le cose in grande il nostro caro amico: una gran tavolata capace
di contenere oltre un centinaio di persone, coperta da un’adeguata tettoia con
tanto d’angolo cucina, lavandino con acqua corrente e dispensa per viveri,
frigoriferi vari, ecc...
Una
cosa grandiosa, ma ancora poco al confronto delle ricette preparate dalla
deliziosa moglie Isa che ci ha invogliato tutti ad ingozzarsi oltre il dovuto.
Pian
piano, il gruppo s’ingrandiva e tra uno stuzzichino e l’altro si
chiacchierava ricordando gli episodi e le esperienze fatte alla caserma Giordana
e su per la stupenda valle d’Aosta.
Le
braciole di manzo devono essere del peso di almeno un kg per essere gustose ed
arrostite a dovere, disse Gabrio, lasciando cadere una bisteccona
Diavolo
di un Gabrio, non aveva certo risparmiato nelle portate, peccato solo che non
avevamo 37 anni di meno e tutta quella fame di allora, appena mitigata
Gli
anni erano passati ma le fisionomie erano rimaste tali, capelli bianchi e
pancetta, parecchi chili in più, non avevano alterato i miei ricordi di allora
e nemmeno alcuni episodi di cui con grande piacevole impegno, abbiamo rivissuto.
Nell’occasione
ho ricordato di quando al centro d’addestramento di Casale all’11°
Reggimento di Fanteria, facemmo una marcia notturna per un mio involontario
infortunio.
Il
caporale istruttore ci aveva informato subito dei nostri doveri di reclute, una
sequela di obblighi, regolamenti, comportamenti, ed eventuali punizioni in caso
di mancanze, anche le più piccole.
Faccio
appello alla memoria nel ricordare gli orari, ma credo di non sbagliare
indicando nelle 21,30 il contrappello serale ed alle 22,00 il silenzio assoluto
in branda.
Le
brande erano a doppio piano, sopra si era sistemato
Bernardino Narice il mio concittadino di Savona, per la verità io
provenivo dall’entroterra ligure, quasi al confine con il Piemonte e per
questo in grado di parlare indifferentemente il ligure ed il piemontese, al
momento eravamo i più conterranei e perciò cercavamo di stare uniti.
Dopo
il contrappello ci sistemammo nelle brande, io sotto, lui sopra, nell’attesa
del silenzio si sentivano le espressioni dialettali più strane, lamenti ed
Quella
sera il Busca... che era pescarese
intonò: “tengo una mucca da latte, che c’ha le corna perfette...”
e noi a ridere a crepapelle.
Il
caporale di giornata ci aveva avvisato che dopo il silenzio non doveva volare
una mosca, alle 22 il suono lamentoso della tromba e le luci spente, una piccola
luce soffusa schiariva il corridoio che tagliava in due ali la camerata, due
grandi sale ed in entrambe due file di brande doppie.
Bernardino
aveva usato lo sgabello per salire sulla parte superiore della branda che poi
rimase nello spazio ristretto tra una fila e l’altra, così quando io discesi
nella notte per andare in bagno vi incespicai facendolo cadere a terra con un
fragoroso rumore amplificato dal silenzio e dalla grande camerata.
Chi
è stato? Fu la domanda imperiosa
proveniente dal buio del caporale di giornata. Avevo
detto di fare silenzio! Rimasi un
attimo titubante nel dichiararmi,
Tutti
a terra! Ordinò. Tra cinque minuti tutti in cortile in assetto di marcia!
Erano
le due di notte.
Nel
cortile della caserma il freddo era pungente e la nebbia si tagliava con il
coltello, marciammo per un bel po’, ogni tanto usciva un’imprecazione e ciò
non faceva che aggravare la situazione allungando i tempi della marcia, cessammo
solo perché probabilmente il caporale si era stancato.
Nel
ritorno su per la scala sentii chiaramente alcuni noi che s’interessavano nel
sapere di chi era stata la causa di tanto guaio. Sai
chi è stato? Disse uno. No, ma se
lo prendo gli faccio un mazzo tanto, rispose l’altro, configurando il
“tanto” con l’espressione delle mani, altri si associarono al desiderio di
individuazione.
Pensai
che forse non fosse il caso d’autodenunciarsi e poi la cosa il giorno dopo
Oggi
finalmente potevo confessare ciò che allora e per qualche tempo mi fece sentire
in colpa per la “passeggiata notturna” senza più pericoli di punizioni
corporali, con la benevola comprensione di tutti e con la curiosità di chi
aveva dimenticato il fatto.
Piccoli
gruppi si formano alla rincorsa dei ricordi di allora.
Bene!
Eccoci qua, tutti.
Tutti?
Si!
Tutti, come allora.
Ho
chiuso gli occhi per un po’ di tempo e li rivedo in divisa all’appello.
11°
Reggimento Fanteria Casale C.A.R.
Ottava
Compagnia, 2° Plotone, 13/ma Squadra.
Tutti
i nomi in ordine Alfabetico, dalla A di
Agugliaro alla zeta di Zoffi, espressi ad
alta voce.
Tu! Come ti chiami? Breve
corsa, il saluto: “Hontanelli Haetano...” in toscano verace, e così via,
ognuno con il proprio tono, cadenza dialettale, caratteristica del proprio
movimento: veloce, lento o dinoccolato.
E’
come fossero tutti qua, anche coloro che ci hanno lasciato per sempre.
Sono
vivi nei nostri ricordi di allora, sono inseriti nei nostri discorsi, ne stiamo
parlando come fossero presenti, li, di fianco a noi.
Mentalmente rifaccio il mio appello e quando chiamo il nome di chi non
c’è più, sento tutti i qua presenti rispondere: PRESENTE!
E’
la mia immaginazione, ma è come fosse vero, non potrebbe essere diversamente,
quelle esperienze ci aveva legato tutti in modo indelebile, avevamo sofferto
comunemente la lontananza dalla famiglia, tenuto duro nel
Magia
di un giorno di ritrovo, di ricordi di un passato, che tanto ha influenzato ed
inciso sulla nostra vita e quella delle nostre famiglie, per questo, le nostre
mogli e figli presenti, comprendono
e condividono questi nostri sentimenti e li rivivono con gioia assieme a noi.
Magia
ed immane lavoro della meravigliosa Famiglia Pellegrini che ha consentito la
numerosa riunione.
La
dolce Isa al momento di congedarsi ha consegnato a tutti noi una bellissima
Non
si può infine non citare, l’importante e silente lavoro da parte di chi
impegna parte del proprio tempo per consentire il mantenimento in vita
dell’Associazione Nazionale dei Ferrovieri del Genio e l’uscita del suo
notiziario, che ha posto le condizioni per consentire questo ed altri incontri,
particolarmente apprezzati dagli ex Genieri
di tutte le circolari.
A
tutti, un sincero ringraziamento ed un augurio di buon proseguimento.
Luigi Bertorelli